LE SEMINE, LA SICCITA’ E… LA MUCCA CARLOTTA!

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LE SEMINE, LA SICCITA’ E… LA MUCCA CARLOTTA!

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Pubblicato da unagarlanda-risobiologico in informazioni · 23 Maggio 2023
Tags: siccità
LE SEMINE, LA SICCITA’ E…
LA MUCCA CARLOTTA!

Non conosciamo mai abbastanza il valore dell’acqua,
fino a che il pozzo non si prosciuga.
(Thomas Fuller)

Per i risicoltori della Baraggia e di tutta la pianura padana,
quello che va da fine aprile a inizio maggio, da sempre, è il mese delle semine.

Il silenzioso avvicinamento invernale, fino all’inizio della primavera, fatto di osservazione
e rispetto dei cicli naturali, da alcuni decenni è stato, invece, riempito da altre discussioni:
dove e a cosa vien dato il contributo PAC? quale varietà va meglio con diserbi e concimi?
quale rende di più?

Negli ultimi anni, però, le domande sempre più martellanti, riguardano un solo
e decisivo argomento: tornerà a piovere? ci sarà abbastanza acqua per coltivare?

La risposta che molti colleghi, anche “biologici”, si stanno dando è, sempre più spesso,
“non coltivo più riso”, oppure, “non farò più agricoltura”. Se nel 2022 la produzione di riso in Italia
è crollata del 30%, nel 2023 ci saranno ulteriori 8000 ettari di riso in meno


Anche dalle nostre parti non si parla d’altro
(“La grande sete della Baraggia… manca il 75% di acqua negli invasi e quella che c’è
e le riunioni di agricoltori negli enti di bonifica sembrano, sempre più,
“consigli di guerra” tra poveri.

Ma la siccità, come le alluvioni sono veramente delle sciagure inevitabili
e a cui non c’è soluzione?
E, soprattutto, noi agricoltori, prima, e cittadini, poi, siamo solo vittime e non possiamo far nulla?


Sarà per quella ostinata abitudine, tramandataci dagli antenati,
di assumerci le nostre responsabilità e iniziare da noi il cambiamento che vorremmo vedere
nel Mondo, ma siamo convinti che lamentarsi è inutile e che tanto si può e si deve fare,
anche per essere da esempio!
Ancora una volta serve un minimo di altruismo, lungimiranza e porsi le giuste domande!


Il primo quesito dovrebbe essere: dove semino e dove seminerò?

Sappiamo, con decenni di anticipo, quali sono le terre che semineremo
e abbiamo tutto il tempo per preparare l’ambiente migliore.
Con questa consapevolezza in 20 anni abbiamo piantumato più di 15.000 alberi e arbusti



Oggi tutte le principali organizzazioni scientifiche e internazionali,
a partire dalle FAO, riconoscono che i sistemi agro-forestali a livello globale
contribuiscono alla lotta ai cambiamenti climatici (assorbendo e fissando CO2)
e a livello locale creano nelle aree agricole ecosistemi resilienti alla siccità
e all’ abbondanza di precipitazioni diversificando la produttività, promuovendo
il recupero di terreni degradati, il progressivo ripristino della biodiversità e persino
la rinascita delle fonti idriche!!! (https://www.fao.org/3/CA4662en/CA4662en.pdf)

Non ci fermarono i commenti sferzanti del tipo, “gli Stocchi si sono impazziti!”,
quando iniziammo a creare gli “arginelli”, cioè delle fasce tampone all’interno dei campi,
che abbiamo gestito e gestiamo come quelle ai margini del campo, senza chimica,
riducendo al minimo gli sfalci e piantumando.

Oggi le linee guida sulle risorse idriche raccomandano questi modelli di gestione
delle fasce tampone, in quanto strumenti di contenimento del ruscellamento superficiale,
di aumento dell’infiltrazione dell’acqua, legato al miglioramento della porosità,


Dimenticarsi per decenni tutto ciò e ricordarsi della mancanza d’acqua
solo quando è ora di seminare, ricorda tanto il comportamento di chi,
citando un vecchio proverbio contadino, “chiude la stalla quando i buoi sono scappati”!

Ma il secondo e terzo quesito, “come e cosa seminare?”,
ci insegnano che possiamo fare qualcosa, persino quando è mancata la prevenzione.

Alternare annualmente la coltura del riso con i sovesci permette di limitare
l’erosione del suolo e di aumentare la capacità del suolo di trattenere l’acqua,
in quanto la sostanza organica generata si lega alle particelle minerali di terreno e crea
un effetto spugna, che attutisce anche l’effetto dirompente delle abbondanti piogge.

Quando arriva poi il periodo della semina, questi erbai diventano lo strumento principale
della “pacciamatura verde”, la tecnica che abbiamo riscoperto, sperimentato e diffuso (https://www.unagarlanda.it/risorseblog/blog/index.php?-quel-prato-che-fa-crescere-il-riso-biologico-), che riduce l’evaporazione dell’acqua dal suolo, facendo risparmiare il 65% di acqua,
e lo scorso anno è stata provvidenziale, garantendo alle piantine di riso quel minimo di umidità
per la loro resistenza!!!

Va ricordato, inoltre, che SOLO attraverso la semina in sommersione è possibile attivare il rimpinguamento delle falde nei 40 giorni circa che vanno tra i primi di aprile e la metà di maggio, quando vi è maggiore disponibilità di acqua.
Le falde così riempite costituiranno una riserva preziosa per il mese di giugno,
periodo di grande richiesta (proveniente da altre colture) e contemporanea carenza.

Un recente studio dell’Università di Milano ha confermato che nelle annate siccitose,
chi semina in sommersione ha consumato un quantitativo d’acqua 4 volte inferiore a chi, purtroppo anche nel biologico si ostina a seminare in asciutta!!! (https://www.youtube.com/watch?v=RMdByauXGyU&ab_channel=MilanoPaviaTVOnDemand


Quando, infine, scegliamo cosa seminare, dovremmo sapere che le varietà locali,
tradizionali e da conservazione, usate per decenni, a volte per secoli, sono frutto di mutazioni, ricombinazioni, fenomeni di migrazione, selezione naturale o attuata dagli agricoltori in equilibrio con un determinato ambiente e con la sua storia; sono, quindi, geneticamente dinamiche,

Quello che è possibile leggere su migliaia di pubblicazioni scientifiche sulle varietà
tradizionali, per noi fu una scelta di buon senso confortata da piccole osservazioni pratiche
come quella, ad esempio, di misurare la capacità di allungamento radicale
delle antiche varietà durante periodi di siccità, come quello avvenuto nel 2022


Giungere ogni anno in questo periodo e ascoltare gli stessi discorsi, oltre al proverbio
dei “buoi fuggiti”, per restare sempre in ambito “bovino”, ci ricorda il racconto
della “Mucca Carlotta” che Fulvio ci ripete di tanto in tanto con grande saggezza.
Un giorno ve la narreremo per intero ma qui basti sapere che è la storia di un nostro vicino
di origini calabresi che, tanti anni fa, girò disperato per qualche giorno, lungo chilometri
e chilometri, chiedendo a conoscenti e amici se avessero visto “Carlotta”, la sua mucca
fuggita da casa nottetempo. Dopo lunghe ricerche la ritrovò nel retro della cascina;
si era messa lì vicino al mangime e non si era mai mossa!!!

L’agroforestazione, la policoltura, la pacciamatura verde, la semina in immersione fatta
per secoli, le antiche varietà nate ed evolute a pochi metri da noi che per altro Una Garlanda
prima ditta sementiera Biologica di riso ha reso disponibili per tutti, sono un po’ come
la Mucca Carlotta: dietro casa ma nessuno (o pochi) le considerano, cercando invece
e invano soluzioni e aiuti nei summit mondiali, nei tavoli governativi o chissà dove!!!

La siccità è un problema grave, come le piogge dirompenti che generano alluvioni,
ma le soluzioni ci sono, basta vederle ed attuarle!!!

Ci sono per chi coltiva, ma anche per ogni cittadino che, oltre a cercare di ridurre il proprio consumo di acqua, può scegliere di mangiare un riso naturale e prodotto con un’agricoltura
che veramente preservi l’acqua e l’ambiente: l’unico modo per generare futuro!!!




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